Friday, May 23, 2014

Conflitto di interessi 2.0

Volevo spendere due parole riguardo al "Conflitto di interessi 2.0", ossia quello relativo al M5S ed al blog di beppe grillo.

Per spiegarla brevemente, la questione è questa: Grillo è proprietario di un sito web (il suo blog), con il quale può avere dei guadagni, dati da inserzioni pubblicitarie, servendosi di affiliazioni come Adsense, il servizio di pubblicità online di Google.
In pratica il publisher (il proprietario del sito) vende degli spazi pubblicitari a Google, che incrocia questa offerta di spazi con la domanda dei suoi clienti (gli inserzionisti che pagano per farsi pubblicità). E' la stessa Google a determinare il valore degli spazi pubblicitari, calibrandolo in base al numero di visite che ha il sito in questione, al traffico ad al contenuto: in pratica, grossomodo, dipende dalla sua popolarità.
Il sistema di pagamento è il pay per click, per cui il publisher guadagna una certa somma ogni volta che un utente del suo sito clicca su uno dei banner pubblicitari, venendo rediretto sulla pagina dell'inserzionista. Somma che viene pagata da quest'ultimo, e Google ne trattiene una percentuale.
Quindi per fare un esempio, se io avessi un account adsense sul mio blog (popolarità zero) probabilmente mi frutterebbe meno di 10 cent per ogni click, ma un grosso sito, come quello di una testata giornalistica o di un'azienda conosciuta può arrivare ad avere spazi pubblicitari dal valore di un paio di euro per click, dato che l'inserzionista ha un'enorme visibilità ed un grande bacino di "potenziali clienti". Altri tipi di pubblicità pagano invece in base al numero di "impressioni" dei loro banner nei siti internet, giusto per accennare le principali tipologie di monetizzazione. Facendo due conti, un sito che riceve quotidianamente centinaia di migliaia di visite ha decisamente un buon ricavo.
Questo è esattamente il caso del "blog di Beppe Grillo" che peraltro contiene molti link a pagine ed aggregatori di notizie come "tze tze", della Casaleggio Associati, (che contengono pubblicità), che a loro volta godono del traffico del blog, e linkano ad altri siti tra cui proprio il suddetto blog, generando ulteriore traffico.
Traffico che viene poi amplificato considerevolmente dalle condivisioni sui social network, che aumentano di pari passo alla popolarità del MoVimento, e dei comizi del suo leader. Ed è qui che sta il nocciolo della questione: può un leader politico arricchirsi personalmente servendosi del successo del suo partito? Certo il sito è uno strumento, non la ragione d'essere del M5S, ma ciò non toglie che si possa fare una piccola riflessione, senza malizia, dati alla mano. È vero che il blog di Grillo genera milioni di euro, ed è anche vero che si appoggia ad altri siti, come il già citato Tze Tze, dal contenuto mediocre, che servono chiaramente ad amplificare il traffico cibernetico. Perciò, facendo due più due si potrebbe pensare che i nostri due compari, che sono unici proprietari del sito, approfittino un po' del successo della creatura che hanno generato e alla quale, peraltro, hanno dato fin dall'inizio un'impronta "social". Non sono stati fatti referendum e consultazioni online, nel blog? 
Tutte queste sono solo speculazioni, e non ne deriva che ci sia un conflitto di interessi, tuttavia danno da pensare. 
Non si può non pensare ad esempio al conflitto di interessi di Berlusconi: se una persona o un gruppo di persone dotate di un accesso ad una così ampia fetta di popolazione veicolassero informazioni false od incomplete volte a favorirli ( proprio come ha fatto, e fa, Berlusconi) sfruttando anche la buona fede con cui molti  seguaci si mettono nelle braccia dei loro leader, sarebbe catastrofico. D'altra parte non stiamo certo parlando di un partito che si distingue per la democrazia nella sua gerarchia interna, e non bisogna più stupirsi di nulla.

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