Thursday, February 20, 2014

Il Non Luogo


Un luogo che si trova ovunque, in ogni parte del mondo, ed è sempre uguale. 
Un metallico crocevia di vite, e di persone  che camminano a testa alta, seguendo con lo sguardo percorsi indicati in luminosi schermi onnipresenti. La loro meta è rappresentata da una lettera ed un numero: un codice universale. 
Siamo in una dimensione parallela senza tempo, vaghiamo tra negozi che vendono prodotti che conosciamo, mangiamo, beviamo, aspettiamo. Ci facciamo travolgere da incontri che durano il tempo di una coincidenza, o rendono un lungo ritardo inaspettatamente piacevole; chiacchieriamo, ridiamo, ci innamoriamo. Persone che non vedremo mai più, ma che resteranno per sempre nella nostra memoria. Questo luogo può essere visto come un simbolo della città moderna, quando si varca la sua soglia la civiltà resta fuori, ne veniamo estromessi, ma allo stesso tempo ne siamo al riparo, improvvisamente i riferimenti scompaiono e ci rendiamo conto che potremmo trovarci ovunque, o in nessun luogo. Al riparo dalla diversità possiamo così trarre conforto dall'universalità del Non luogo, dal suo essere uniforme a qualcosa di conosciuto e riconoscibile. Simbolo quindi del mondo globalizzato e ultimo avamposto del consumismo, che nasconde in ogni suo angolo una tentazione per il viaggiatore, annoiato dall'attesa. Ciò nonostante il Non luogo, pur nella sua dimensione ovattata e confezionata riesce ad evocare pensieri, ricordi ed aspettative esotiche, perché esso è l'anticamera del Viaggio, ed il Viaggio comincia sempre prima di tutto nella nostra mente.

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