Thursday, May 29, 2014

La morte

La colonna sonora di questo post è di John Butler, che con la sua Ocean 


La morte  osserva la sua preda dall'alto come un aquila, senza farsi vedere inesorabilmente le si avvicina. Poi, quando la distanza è minima scende in picchiata, e un'attimo dopo tutto è finito.

L'unico momento in cui ci accorgiamo della presenza della grande mietitrice è quando ad essere preso è qualcuno che stava vicino a noi un momento fa, ed un attimo dopo non c'è più.

In questo stesso istante ci accorgiamo della fragilità della vita e siamo sommersi da mille pensieri e mille domande, perché non è toccato a noi? a cosa dobbiamo questa fortuna?
E' quando ci fermiamo a porci queste domande che ci rendiamo conto, o meglio ci ricordiamo, di quanto breve ed effimera è la vita, e di quanto il senso che diamo a molte cose sia relativo, se non sproporzionato.

Di risposte non ce ne sono, rimane solo la certezza che la nostra ora non è ancora arrivata, che allo stesso tempo serve da monito a non sprecare il nostro tempo: lo dobbiamo anche a chi non ne ha avuto altrettanto a disposizione.

Monday, May 26, 2014

SE


Se

Se saprai mantenere la testa quando tutti intorno a te

la perdono, e te ne fanno colpa.
Se saprai avere fiducia in te stesso quando tutti ne dubitano,
tenendo pero' considerazione anche del loro dubbio.
Se saprai aspettare senza stancarti di aspettare,
O essendo calunniato, non rispondere con calunnia,
O essendo odiato, non dare spazio all'odio,
Senza tuttavia sembrare troppo buono, né parlare troppo saggio;

Se saprai sognare, senza fare del sogno il tuo padrone;
Se saprai pensare, senza fare del pensiero il tuo scopo,
Se saprai confrontarti con Trionfo e Rovina
E trattare allo stesso modo questi due impostori.
Se riuscirai a sopportare di sentire le verità che hai detto
Distorte dai furfanti per abbindolare gli sciocchi,
O a guardare le cose per le quali hai dato la vita, distrutte,
E piegarti a ricostruirle con i tuoi logori arnesi.

Se saprai fare un solo mucchio di tutte le tue fortune
E rischiarlo in un unico lancio a testa e croce,
E perdere, e ricominciare di nuovo dal principio
senza mai far parola della tua perdita.
Se saprai serrare il tuo cuore, tendini e nervi
nel servire il tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tenere duro quando in te non c'è più nulla
Se non la Volontà che dice loro: "Tenete duro!"

Se saprai parlare alle folle senza perdere la tua virtu',
O passeggiare con i Re, rimanendo te stesso,
Se né i nemici né gli amici più cari potranno ferirti,
Se per te ogni persona contera', ma nessuno troppo.
Se saprai riempire ogni inesorabile minuto
Dando valore ad ognuno dei sessanta secondi,
Tua sara' la Terra e tutto ciò che è in essa,
E — quel che più conta — sarai un Uomo, figlio mio!

 1895 Joseph Rudyard Kipling

Friday, May 23, 2014

Conflitto di interessi 2.0

Volevo spendere due parole riguardo al "Conflitto di interessi 2.0", ossia quello relativo al M5S ed al blog di beppe grillo.

Per spiegarla brevemente, la questione è questa: Grillo è proprietario di un sito web (il suo blog), con il quale può avere dei guadagni, dati da inserzioni pubblicitarie, servendosi di affiliazioni come Adsense, il servizio di pubblicità online di Google.
In pratica il publisher (il proprietario del sito) vende degli spazi pubblicitari a Google, che incrocia questa offerta di spazi con la domanda dei suoi clienti (gli inserzionisti che pagano per farsi pubblicità). E' la stessa Google a determinare il valore degli spazi pubblicitari, calibrandolo in base al numero di visite che ha il sito in questione, al traffico ad al contenuto: in pratica, grossomodo, dipende dalla sua popolarità.
Il sistema di pagamento è il pay per click, per cui il publisher guadagna una certa somma ogni volta che un utente del suo sito clicca su uno dei banner pubblicitari, venendo rediretto sulla pagina dell'inserzionista. Somma che viene pagata da quest'ultimo, e Google ne trattiene una percentuale.
Quindi per fare un esempio, se io avessi un account adsense sul mio blog (popolarità zero) probabilmente mi frutterebbe meno di 10 cent per ogni click, ma un grosso sito, come quello di una testata giornalistica o di un'azienda conosciuta può arrivare ad avere spazi pubblicitari dal valore di un paio di euro per click, dato che l'inserzionista ha un'enorme visibilità ed un grande bacino di "potenziali clienti". Altri tipi di pubblicità pagano invece in base al numero di "impressioni" dei loro banner nei siti internet, giusto per accennare le principali tipologie di monetizzazione. Facendo due conti, un sito che riceve quotidianamente centinaia di migliaia di visite ha decisamente un buon ricavo.
Questo è esattamente il caso del "blog di Beppe Grillo" che peraltro contiene molti link a pagine ed aggregatori di notizie come "tze tze", della Casaleggio Associati, (che contengono pubblicità), che a loro volta godono del traffico del blog, e linkano ad altri siti tra cui proprio il suddetto blog, generando ulteriore traffico.
Traffico che viene poi amplificato considerevolmente dalle condivisioni sui social network, che aumentano di pari passo alla popolarità del MoVimento, e dei comizi del suo leader. Ed è qui che sta il nocciolo della questione: può un leader politico arricchirsi personalmente servendosi del successo del suo partito? Certo il sito è uno strumento, non la ragione d'essere del M5S, ma ciò non toglie che si possa fare una piccola riflessione, senza malizia, dati alla mano. È vero che il blog di Grillo genera milioni di euro, ed è anche vero che si appoggia ad altri siti, come il già citato Tze Tze, dal contenuto mediocre, che servono chiaramente ad amplificare il traffico cibernetico. Perciò, facendo due più due si potrebbe pensare che i nostri due compari, che sono unici proprietari del sito, approfittino un po' del successo della creatura che hanno generato e alla quale, peraltro, hanno dato fin dall'inizio un'impronta "social". Non sono stati fatti referendum e consultazioni online, nel blog? 
Tutte queste sono solo speculazioni, e non ne deriva che ci sia un conflitto di interessi, tuttavia danno da pensare. 
Non si può non pensare ad esempio al conflitto di interessi di Berlusconi: se una persona o un gruppo di persone dotate di un accesso ad una così ampia fetta di popolazione veicolassero informazioni false od incomplete volte a favorirli ( proprio come ha fatto, e fa, Berlusconi) sfruttando anche la buona fede con cui molti  seguaci si mettono nelle braccia dei loro leader, sarebbe catastrofico. D'altra parte non stiamo certo parlando di un partito che si distingue per la democrazia nella sua gerarchia interna, e non bisogna più stupirsi di nulla.

Thursday, February 20, 2014

Il Non Luogo


Un luogo che si trova ovunque, in ogni parte del mondo, ed è sempre uguale. 
Un metallico crocevia di vite, e di persone  che camminano a testa alta, seguendo con lo sguardo percorsi indicati in luminosi schermi onnipresenti. La loro meta è rappresentata da una lettera ed un numero: un codice universale. 
Siamo in una dimensione parallela senza tempo, vaghiamo tra negozi che vendono prodotti che conosciamo, mangiamo, beviamo, aspettiamo. Ci facciamo travolgere da incontri che durano il tempo di una coincidenza, o rendono un lungo ritardo inaspettatamente piacevole; chiacchieriamo, ridiamo, ci innamoriamo. Persone che non vedremo mai più, ma che resteranno per sempre nella nostra memoria. Questo luogo può essere visto come un simbolo della città moderna, quando si varca la sua soglia la civiltà resta fuori, ne veniamo estromessi, ma allo stesso tempo ne siamo al riparo, improvvisamente i riferimenti scompaiono e ci rendiamo conto che potremmo trovarci ovunque, o in nessun luogo. Al riparo dalla diversità possiamo così trarre conforto dall'universalità del Non luogo, dal suo essere uniforme a qualcosa di conosciuto e riconoscibile. Simbolo quindi del mondo globalizzato e ultimo avamposto del consumismo, che nasconde in ogni suo angolo una tentazione per il viaggiatore, annoiato dall'attesa. Ciò nonostante il Non luogo, pur nella sua dimensione ovattata e confezionata riesce ad evocare pensieri, ricordi ed aspettative esotiche, perché esso è l'anticamera del Viaggio, ed il Viaggio comincia sempre prima di tutto nella nostra mente.

Thursday, February 13, 2014

Buon appetito

Signori e Signore, buongiorno. Non siamo ancora giunti a destinazione, tuttavia un bivio ci si presenta innanzi, perciò vi propongo una piccola pausa , per prendere fiato e riposarci un momento. Potete tirare fuori i vostri snack e ammirare il paessaggio, anzi, sapete che vi dico? fate una bella foto se ne avete la possibilità: potreste sorprendervi a guardarla con nostalgia tra qualche anno. Non abbiate paura che l'aria frizzante vi rinsavisca dal vostro tiepido torpore, vi farà bene. Fate due passi, sgranchitevi le gambe, a quanto pare la strada è ancora lunga: sembrava che il nostro traguardo fosse dietro l'angolo, ma abbiamo  preso la direzione sbagliata, e ci troviamo ora addirittura un poco più indietro.
Ma non preoccupatevi, il sentiero è ancora lì, alla vista ed alla portata di tutti, larga e poco trafficata, si trova la via verso la democrazia.

Da un paio d'anni a questa parte ci stiamo abituando a venire privati del diritto di decidere chi governa per noi, e l'abitudine, sapete, è una brutta bestia e porta all'oblio.
Ci troviamo a tifare tra due personaggi che si contendono la leadership di un governo fantoccio, o a schifarli entrambi, rassegnati. Cadiamo preda dei populismi più beceri ed arrabbiati, gridiamo e stringiamo i pugni, impotenti, oppure ci facciamo affascinare da corrotti signori della comunicazione, che costruiscono il loro impero sulla nostra pelle.
Ci lamentiamo, senza agire, oppure agiamo, senza sapere ciò che stiamo facendo, ci muoviamo, senza sapere dove dove andiamo. Il fumo dell'incoscienza ci avvolge, soffice e penetrante, ammorbandoci, e nel torpore della nostra abitudine non abbiamo tempo né voglia di guardare oltre il domani.

Nel frattempo, in questo stesso istante loro si siedono, eleganti, completo blu, fermacravatta d'oro. La tavola è imbandita, i candidi tovaglioli di lino giacciono, freschi di stiratura, di fianco a brillanti posate argentate. Alzano i calici di cristallo, colmi di buon vino rosso, brindando al bottino che si stanno apprestando a spartire.

Buon appetito!

Vi auguro che, quando riguarderete la fotografia che avete scattato al momento del bivio, potrete sorridere ricordando gli ingenui errori che non commetterete un'altra volta.




Friday, February 7, 2014

Il Partito Invisibile.

Scrivo questo post per annotare le mie riflessioni dopo la lettura dell' articolo di Magris pubblicato ieri sul corriere (http://www.corriere.it/cultura/14_febbraio_06/su-facebook-mia-insaputa-non-ci-sto-9227b0cc-8f04-11e3-8c4a-c355fa4079e9.shtml) riguardo alla libertà di non conformarsi, e la non-libertà di essere liberi.

Ieri mentre sfogliavo i post dei miei contatti sulla mia homepage di Facebook, più per distrarmi dallo studio che per genuino interesse, mi sono soffermato su delle particolari foto dela mia cugina diciottenne, che mi hanno fatto nostalgicamente tornare per un attimo a quando anche io avevo quell'età. Certo, I social network non erano ancora (anche se non mancava molto) stati concepiti quindi non è un periodo molto documentato, e le serate non venivano condivise in rete. Ma allora io che facevo durante il tempo che ora dedico a facebook?

Così, improvvisamente, mi sono reso conto del peso che essi hanno assunto nella nostra vita.

Quotidianamente, da qualche anno dedichiamo un pò del nostro tempo, chi minuti e chi ore, una o più volte nell'arco della giornata, a "controllare facebook".
Da un utile strumento per mantenere  contatti, alternativa ad email e telefono, è diventato una piattaforma per conoscere nuove persone, una piazza virtuale, dove ognuno è tenuto a dare un'immagine di sè, che viene definita dal materiale che pubblica e dai suoi status personali, ed allo stesso tempo può ricevere una visione, altrettanto edulcorata, della vita degli altri, amici, conoscenti, lontani parenti.
Si è convertito inoltre un potentissimo strumento commerciale, nel contesto una società sempre più virtuale e "social" dove si vendono i "like" a peso d'oro, e il digital marketing è il nuovo modello di business.Le dinamiche di questo servizio si sono quindi evolute, fino a diventare molto complesse e a marcare le nostre relazioni sociali, intaccando profondamente la nostra percezione della realtà.

Già, perchè quando sei annoiato e ti connetti su facebook, e ti ritrovi mezz'ora più tardi a sfogliare le foto delle vacanze in Nepal di un amico che non vedi da otto anni, qualche domanda te la fai. Quando ti scopri ad essere invidioso per quella che sembra essere la "vita stupenda" che alcuni contatti si dipingono, o per la stupidità di molti post che appaiono beffardi nella tua pagina oppure ancora l'onnipresente pubblicità ti schifa, ti dici: ma perchè mai perdo tempo a guardare foto e commentare fatti di cui fino ad un secondo fa mi disinteressavo completamente, e di cui tra un momento mi dimenticherò? Ci troviamo ad avere informazioni dettagliate su persone che non incontriamo che in rare occasioni e a volte, dopo aver partorito un post, ci coglie la frenesia di vedere quenti like o commenti ha raccolto. E' un pò come la coca-cola: non ne hai bisogno e non è poi cosi buona, ma una volta che cominci a berla non ne puoi più fare a meno. 

Certo questi esempi sono forse estremi, e Facebook non è ne più ne meno che il riflesso della società in cui viviamo, ma a volte è solo guardandoci allo specchio che ci accorgiamo di cosa stiamo diventando.
A quanto pare ci stiamo lentamente assuefacendo ad una realtà cibernetica, che ci impone silenziosamente codici comportamentali ben definiti, e ci raggruppa rendendoci un facile bersaglio per chi vuole veicolare valori ed informazioni, nonchè facili prede per la massiccia e temibile macchina del Consumismo.
Chi ne rimane fuori è perduto, e rischierebbe di perdere il treno della mondanità informatica. Ma non è forse vero che oltre le colonne d'Ercole Cristoforo Colombo ha trovato non la fine di un mondo bensì l'inizio di un altro?

Il social network non è che uno strumento, che però avvicina alla portata del mio occhio temi più vasti, che Magris riassume con questa frase che mi ha molto colpito: "Forse il meccanismo del mondo è essenzialmente un congegno escogitato per impedire alla gente di andare a spasso, così, senza meta, come i cani per le strade di Parigi " E mi ha fatto pensare a come, anche dove potremmo farne a meno, tendiamo ad uniformarci cercando l'approvazione della massa, forse volendo dare così un senso a ciò che facciamo. 




Friday, January 31, 2014

rabbia e smarrimento: le prime falle nel sistema.


Questa mattina, come sempre "sfoglio" il quotidiano online, puntuale mi presento al mio appuntamento con i resoconti delle vicende della politica italiana, che, sempre surreali e straordinarie, non mi deludono mai.

La novità del giorno è il deputato grillino che irrompe nella conferenza stampa del suo collega piddì per gridare a tutti le sue (note) ragioni: sono corrotti, vi prendono in giro, guardategli gli occhi, dice, svegliatevi.

Ecco, su questo sono d'accordo: svegliamoci.
Devo ammettere che non è facile fare luce sulla verità riguardo ai fatti che accadono, e nemmeno districarsi nel garbuglio di notizie che riceviamo, distinguere mezze verità da falsità complete, riuscire ad emergere con la testa da questo mare di incomprensione e di bugie per prendere una boccata d'aria.
Certo questa situazione di apnea non è solo imputabile alla mediocre parzialità di molti mezzi di informazione, (c'è ancora più di qualche buon quotidiano in giro) ma è dovuta soprattutto al fatto che la politica è ormai una macchina distaccata dal popolo, che si ciba dei suoi risparmi e lo ricambia con fumo sugli occhi.

"Mandiamoli a casa, sono ladri" oppure  " sono fascisti, distruggono la democrazia" o ancora "è colpa dell'Europa", "è colpa della Giustizia italiana", "l'Europa è la nostra unica possibilità"... Si potrebbe andare avanti un bel po' ad elencare commenti che vogliono essere slogan,  il cui unico obiettivo diventa sostituire i nostri pensieri, fornendoci una giustificazione per le nostre preferenze politiche.
In una parola, creare seguaci che si battano per ideali che vengono loro inculcati.

La mia proposta è semplice: pensare con la propria testa, non accettare quello che ci viene propinato senza chiederci il motivo, senza capire. Perchè se da una parte è vero che l'informazione in Italia è piuttosto opaca, dall'altra non è che noi facciamo grandi sforzi per purificarla.

La libertà di pensiero troppo spesso è un diritto che ci dimentichiamo di avere, anzi, talvolta siamo così pigri che perfino il solo fatto di pensare ci costa fatica. Torniamo dal lavoro, ci mettiamo davanti la tv e magari vediamo il telegiornale, poi se la noia ci sorprende ci connettiamo su facebook, o ci dedichiamo a qualsiasi attività ci consenta di far ripostare il nostro stanco cervello.
Il che non è certo un reato, anzi un pò di relax non fa mai male, ci mancherebbe.

Però ci dobbiamo guardare dai facili giudizi e soprattutto dall'accettazione passiva di misure ed azioni che hanno un impatto sul nostro paese, che si riflettono anche sulla nostra vita di tutti i giorni, e su cui, in fin dei conti potremmo forse cambiare qualcosa.

In questo internet ci viene in aiuto: pur ammettendo che è anch'essa un'arma a doppio taglio rimane un utile strumento da usare nella nostra ricerca della verità. Ciò sempre dopo aver ragionato con il proprio cervello, e comunque senza mai spegnerlo.

Quello che voglio dire, con grande umiltà, è che pur non essendo esperti di molte questioni, abbiamo pur sempre la possibilità di farci un'idea su di esse basandoci sulla nostra capacità di ragionamento e di indagine. Credo che prima di permettersi di dare qualcosa per scontato bisogni riflettere, leggere, cercare, informarsi. Questo almeno è quello che provo a fare io.

Innanzitutto credo che l'importante sia farsi domande, non avere risposte. Vi faccio un esempio.

Quando sono cominciate le politiche di austerità in risposta alla crisi quello che mi sono chesto è stato, in ordine:
1. Perchè?
2. Come risolve il problema?
3. E' fattibile?
4. Quali conseguenze avrà?
5. Quale impatto avrà?

Le risposte che mi sono dato, all'epoca, e che peraltro hanno originato ulteriori domande, furono:

1.Per saldare dei debiti (a chi? perché?) e rispettare degli standard (dettati da chi? perché? con quale modalità?)
2. Non capisco: più tagli e più tasse = meno spesa, meno spesa = meno guadagni, meno guadagni = meno spesa, non mi pare una grande spinta economica!
3. La gente le tasse già non le paga, figuriamoci se le alziamo (che settori verranno più colpiti? chi sarà a risentirne maggiormente?), è l'unico modo?
4. Vedi punto 2
5. Stipendi più bassi, problemi nei pagamenti, tagli a settori pubblici chiave e caduta della spesa privata, abbassamento degli standard di vita. (ora, anni dopo, mi chiedo: quali sono stati i benefici? chi ci ha guadagnato di più? cosa fanno ora queste persone? Perché?)

 Ovviamente queste sono solo semplici considerazioni: io non ero (e non sono) un economista, e non ho le competenze necessarie per poter comprendere molti concetti. Però non mi considero nemmeno stupido, e ciò che non so posso impararlo. Posso fare una semplice ricerca in internet, usando parole chiave come "austerità in Italia" trovare articoli e vedere pareri di esperti, scegliendo accuratamente le fonti cui fare affidamento. Posso leggere qualche rivista specializzata, e farmi un'idea delle ragioni che portano a diverse posizioni rispetto ad una questione; posso poi confrontarmi con parenti ed amici.

Dopo averlo fatto, posso continuare a farmi domande.

Tutto questo non per giungere and una sorta di "verità assoluta" ma per poter essere in grado di capire quello che succede, le ragioni che portano a determinate azioni, e i meccanismi che le regolano, e soprattutto per smascherare gli inganni quando mi si presentano davanti.